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19 maggio: a Roma per le meraviglie dell’arte fiamminga
Il Chiostro del Bramante, a Roma, ospita "Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga", la prima grande esposizione mai realizzata in questa città dedicata alla celeberrima stirpe di artisti.
Un’occasione unica per ammirare i capolavori di un’intera dinastia di eccezionale talento, attiva tra il XVI e il XVII secolo, e ripercorrerne la storia, lungo un orizzonte temporale, familiare e pittorico di oltre 150 anni.
Proprio nella provenienza di diverse opere da un elevato numero di prestigiose collezioni private, di estremamente frammentaria dislocazione nel mondo, sta infatti l’eccezionalità di questa mostra che è riuscita a raccogliere e mettere insieme capolavori altrimenti difficilmente accessibili, molti dei quali del resto finora mai esposti al pubblico.

Un’opportunità imperdibile dunque per apprezzare alcuni straordinari dipinti, per la prima volta in Italia, come il magnifico “I sette atti di pietà” (1616-1618 ca.) di Pieter Brueghel il Giovane, in cui le diverse rappresentazioni della carità vengono esaltate e declinate attraverso l’intensità delle figure ritratte, richiamando per contrapposizione “I sette peccati capitali” di Hieronymus Bosch (1500 ca.), altro eccezionale quadro della collezione presente in mostra, mai giunto prima nella Città Eterna.
E proprio dal rapporto che con Bosh ebbe il capostipite dei Brueghel, Pieter il Vecchio (1525/1530 ca. – 1569), inizia il racconto della dinastia che, con la sua visione disincantata dell’umanità, ha segnato la storia dell’arte europea dei secoli a venire.
Attraverso le opere di Pieter Brueghel il Vecchio e della sua genealogia la mostra proporrà un viaggio appassionante nell’epoca d’oro della pittura fiamminga del Seicento, alla ricerca del genio visionario di ben cinque generazioni di artisti in grado di incarnare coralmente, come mai nessuno prima né dopo di loro, lo stile e le tendenze di oltre un secolo di storia dell’arte.
Pranzo libero.
Nel pomeriggio visita al Museo dell’Ara Pacis, la prima opera di architettura realizzata nel centro storico di Roma dalla caduta del fascismo ai nostri giorni.

L’Ara Pacis rappresenta uno degli esempi più alti dell’arte classica. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno di Augusto dalle province di Gallia e di Spagna, dove nel corso di tre anni l’imperatore aveva consolidato il potere di Roma e suo personale, aperto nuove strade, fondato colonie. L’altare venne edificato lungo la via Flaminia, al confine del Campo Marzio settentrionale, ma la natura alluvionale dell’area e le inondazioni del Tevere, depositando strati di limo sull’area, determinarono ben presto l’interramento dell’Ara, di cui si perse completamente memoria. La ricostruzione del monumento fu decisa in vista della ricorrenza, nel 1937/8, del bimillenario della nascita di Augusto.
Sistemata sul Lungotevere, l’Ara Pacis ha rischiato di essere compromessa dall’inadeguatezza del suo contenitore, che non poteva isolarla dal traffico, dai gas di scarico, dal surriscaldamento, dall’umidità in risalita e infine dalle polveri grasse e acide che si depositavano sui suoi marmi e sugli intonaci.
Il nuovo complesso museale è stato pertanto progettato in vista della conservazione del monumento, sia dal punto di vista ambientale sia nel sistema antisismico.
Rientro previsto per le ore 17,00.
Prezzo in corso di definizione. Info e prenotazioni: 0585 831943 int. 3.